Gli abissi sono un dominio di determinate specie animali. Infatti, scendendo al di sotto dei 200 metri di profondità, si giunge alla zona afotica, priva di luce e colore. Gli esseri che la abitano hanno sviluppato organi deputati alla vista più efficaci per percepire anche la minima quantità di luce.
Se riflettiamo sulle nostre vite, esse erano proprio così: cercavamo di sopravvivere in un habitat a noi
familiare, sviluppando capacità personali per dare forma al nostro buio, senza sapere cosa fosse la luce, né tantomeno i colori. Ci bastavano piccoli frammenti di luce perché l’oscurità era l’unica realtà che conoscevamo fino a quel momento. Un giorno, però, Gesù è sceso nella profondità delle nostre esistenze, ci ha mostrato la Sua Luce e una realtà che poteva essere vissuta e non solo sopravvissuta. È stata la Sua stessa Luce a mostrarci che il buio era un inganno e che esisteva un disegno benevolo per ognuno di noi, che una Vita vera era possibile, e non serviva che ci adattassimo con fatica a una realtà buia che non ci apparteneva.
Egli non si è limitato a raggiungerci e ad illuminare il nostro cammino, ma ancora oggi ci rende responsabili.
La Sua Parola, infatti, ci ricorda che “noi siamo la luce del mondo” (Matteo 5:14), di questo mondo e di persone che, come noi, devono sapere che esiste un’alternativa all’ oscurità, Gesù: la Via, la Verità e la Vita (Giovanni 14:16).