Sono Angela, ho ventitré anni e sono affetta da endometriosi. Desidero raccontarvi come Dio ha operato nella mia vita attraverso questa malattia.

Tutto è iniziato quando, all’età di circa quindici anni, ho cominciato ad avere dei dolori molto forti all’addome, soprattutto durante la fase mestruale. Mi sono spesso rivolta ai sanitari del pronto soccorso, i quali, però, non riconducevano quei dolori a una patologia.

La situazione è rimasta invariata per circa due anni, durante i quali nessuno è riuscito a spiegarmi l’origine del mio malessere. Poi, finalmente, mia madre ha deciso di consultare un ginecologo privato, che ha subito sospettato che soffrissi di endometriosi, ma, prima di formulare la diagnosi, mi ha prescritto una risonanza.

Ricordo, a questo proposito, un particolare: quando abbiamo tentato di prenotare l’esame, ci è stato comunicato che non vi erano posti disponibili. In quel momento, tuttavia, è intervenuto Dio, l’unica certezza in tutto quel caos. Io e mia madre abbiamo cominciato a pregare e proprio allora, in fondo al corridoio dell’ospedale, ci ha raggiunto un ginecologo, che si è impegnato a far sì che l’appuntamento per la mia risonanza fosse fissato tempestivamente.

L’esito dell’esame non è apparso certamente rassicurante, ma, data la mia giovane età, non ero ancora del tutto consapevole delle implicazioni legate alla presenza di due cisti, della misura di sei e dieci centimetri circa, nell’ovaio sinistro, e alla formazione di aderenze provocate dalla malattia.

A distanza di tre mesi dalla diagnosi, ho subito il mio primo intervento, dopo il quale ho ripreso a vivere la mia quotidianità in maniera abbastanza serena, continuando, intanto, il mio percorso di cura.

Nel 2022, però, in modo del tutto inaspettato, sono tornati i dolori, uniti a nuove preoccupazioni, poiché a fronteggiare la malattia non c’era più una ragazzina, ma una piccola donna. Ciononostante, benché la sofferenza fisica fosse diventata più acuta, amplificando anche le mie paure, la mia fede stava crescendo: avevo, infatti, la piena certezza che Dio avrebbe agito in mio favore.

A settembre 2022, come da prassi, mi sono nuovamente sottoposta alla risonanza, durante la quale ho sentito Dio più presente che mai. Dentro quel tubo chiuso io pregavo e Lui non ha esitato a confortarmi con queste parole: «Io sarò con te».

Il responso dell’esame, tuttavia, era molto più grave di quanto mi aspettassi: endometriosi al quarto stadio. I noduli non erano più localizzati solo a livello ovarico, ma interessavano anche la vescica e i legamenti utero-sacrali; per giunta, un ulteriore nodulo di dimensioni notevoli era comparso vicino all’intestino.

Data la gravità del quadro clinico, su indicazione del mio ginecologo, ho contattato un’altra specialista, che mi ha chiarito come si sarebbe svolto l’intervento che avrei dovuto affrontare. Mi ha spiegato che sarebbe stata affiancata da un altro chirurgo, in quanto, per via della presenza del nodulo, c’era la possibilità di una resezione intestinale.

Sono stata, così, inserita nella lista d’attesa. In quel periodo, in verità, sentivo il mondo crollarmi addosso e mi domandavo perché dovessi sperimentare di nuovo tutto questo. Trascorrevo le notti in lacrime, tra risvegli improvvisi e dolori che non mi permettevano di muovermi. Ma Dio era lì! Durante quest’attesa, infatti, non mi ha lasciato e mi ha ripetuto ancora una volta che sarebbe stato con me, parlandomi chiaramente con questi versi della Sua Parola: «Il Signore gli disse: “Io sarò con te e tu sconfiggerai i Madianiti come se fossero un uomo solo”»; «Sta’ in pace, non temere, non morirai!»; «Allora Gedeone costruì un altare al Signore e lo chiamò Signore-Pace”» (Giudici 6:16,23,24).

Il 20 maggio 2023 è stato eseguita l’operazione. A spaventarmi era non solo il dolore fisico, ma anche la paura di dover rivivere tutto da capo, incluso il post-intervento. Le ansie e i dubbi mi assalivano, ma non ho perso la mia fede. In particolare, nel momento dell’ingresso in sala operatoria, Dio mi ha riempito della Sua pace, razionalmente inspiegabile: Egli è stato il mio altare, il Signore-Pace, proprio come mi aveva promesso.

L’intervento è durato circa tre ore e, non appena mi sono svegliata, la prima cosa che ho chiesto è stata se, durante l’operazione, fosse stato intaccato l’intestino. L’infermiera mi ha risposto di no e mi ha assicurato che tutto era andato bene. Le lacrime scendevano sul mio viso mentre ringraziavo Dio.

La fase postoperatoria non è stata semplice: ho passato una settimana in ospedale a motivo di diverse complicazioni e lì i miei pensieri hanno cominciato a muovermi guerra. Dio, però, non aveva ancora finito il Suo lavoro con me: aveva guarito il mio fisico, ma ora occorreva intervenire nel mio cuore.

Nelle settimane successive, dentro di me si sono fatti strada tanti sentimenti contrastanti: dibattendomi tra preoccupazioni ed emozioni negative, mi domandavo se mai sarei stata una donna completa, se mai sarei andata bene così com’ero, perché io vedevo solo una donna “rotta”.

Ho pregato e pianto molto davanti a Dio e un giorno, nella mia cameretta, ho letto questi versi della Bibbia: «Ma [Elcana] ad Anna diede una parte doppia, perché amava Anna, benché il Signore l’avesse fatta sterile» (1 Samuele 1:5).

Il Signore stava parlando al mio cuore, anche se la malattia toccava, sia fisicamente che emotivamente, una parte delicata del mio essere donna. Egli mi stava confermando quanto mi amasse, nonostante l’endometriosi.

Oggi credo fermamente che ho un valore, che sono stimata e sono completa in Dio. Non conosco ancora il Suo piano per mia vita, ma ho la certezza che un giorno Lui mi renderà il doppio, proprio come ha fatto con Anna.

Ora guardo le mie sette cicatrici e ripenso indubbiamente alle lacrime e al dolore, ma, ancor di più, ricordo quante meraviglie il Signore ha compiuto nella mia vita.