I ballerini professionisti utilizzano una tecnica chiamata “colpo di testa” o “tecnica del giro” per evitare di sentirsi disorientati durante le pirouettes. Questa tecnica consiste nel fissare un punto preciso davanti a sé mentre si gira su se stessi : tale movimento rapido della testa aiuta a mantenere una stabilità visiva e riduce la sensazione di vertigine…
Questo aneddoto ci aiuta a comprendere un episodio presente nel libro del Deuteronomio. All’inizio del capitolo 2 Mosè ricorda che gli Israeliti si diressero verso il deserto, prendendo la strada che porta al Mar Rosso. Ciò avvenne dopo che, per la mancanza di fede nelle promesse di Dio, essi furono condannati a vagare nel deserto per quarant’anni. Mosè specifica che durante questo periodo stettero a lungo presso il monte Seir.Successivamente Dio parlò a Mosè e disse: “Avete girato abbastanza attorno a questo monte; volgetevi verso nord”(Deut. 2:3).

Come i ballerini intenti a non “perdere l’equilibrio”, così Israele aveva fissato un punto “sicuro” nel deserto: il monte Seir. Molte volte anche noi, quando ci sentiamo persi o confusi, umanamente sentiamo la necessità di avere un punto di riferimento : una persona, un gruppo di amici, un lavoro stabile, una città che conosciamo, una convinzione, una modalità di azione o di pensiero. L’episodio del Deuteronomio ci mostra chiaramente che “muoversi e girare attorno a qualcosa o a qualcuno” non equivale a “progredire”. Ad una lettura più attenta, notiamo anche che il monte Seir era già stato concesso da Dio ai figli di Esaù: a volte, l’obiettivo che noi scegliamo è stato assegnato da Dio a qualcun altro, come nel caso dei figli di Esaù.

In una situazione di deserto, di confusione possiamo evitare di sprecare tempo nel fissare temporanei punti di riferimento o perseguire con ostinazione obiettivi ai quali Dio non ci ha chiamati ricordandoci che Dio ci conosce personalmente (Esodo 33:17, Salmo 139:6) e comprendendo pienamente che “come i cieli sono alti al di sopra della terra, così le sue vie sono più alte delle nostre vie, e i suoi pensieri sono più alti dei nostri pensieri” (Isaia 55:9b).