“Fissò gli occhi verso il cielo” (Atti 7:55)
380 milioni. Un numero che non è solo cifra, ma il battito di innumerevoli cuori che ogni giorno, con coraggio, affrontano la tempesta della persecuzione e dell’odio per il loro amore incondizionato verso Gesù. 380 milioni che rappresentano non solo una somma di persone, ma vite, sogni, speranze che bruciano in silenzio e che continuano a vivere con fede incrollabile pur nel dolore. Per rendere visibile questo numero, basti pensare che 380 milioni è la somma della popolazione di Canada e Stati Uniti, o il 50% della popolazione europea. Ma dietro ogni cifra c’è un volto, una storia, una lotta che non può essere ridotta a numeri.
Ogni giorno, in ogni angolo del mondo, cristiani sono uccisi (12 ogni giorno), arrestati (2176 solo in India) e rapiti (in Nigeria 2830) *. Di fronte a questa realtà, una domanda silenziosa ma potente ci sorge nel cuore: “Se il cammino fosse il mio, se fosse il mio nome a risuonare nell’eco della sofferenza, sarei abbastanza forte? La mia fede sarebbe sufficiente anche se fosse grande quanto un granello di senape? E, nel buio del dolore, riuscirei ancora a credere che il Dio che mi ha salvato non mi ha mai dimenticato?”
Quando le nostre menti sono offuscate da dubbi e paure, l’unico faro che possiamo seguire è la Parola di Dio, che è luce per i nostri passi incerti. Come scrive il Salmo 119:105: “La Tua Parola è una lampada al mio piede, una luce sul mio cammino.” Nella ferocia di questo mondo, la Sua Parola illumina i nostri cuori, guidandoci con la dolcezza di una promessa che non tradisce.
Questi 380 milioni di cristiani, che affrontano ogni giorno nell’apparente incertezza, sono ancorati a qualcosa di profondo, di eterno, che li unisce non solo agli uomini e alle donne di fede nella Bibbia, ma anche ai martiri e missionari dei tempi più recenti (vedi slides). La loro forza non nasce da qualche caratteristica umana, ma dallo sguardo fisso sulla ricompensa che li attende, come affermano Matteo 5:12, Ebrei 11:26 e Filippesi 3:14.
Stefano, il primo martire della Chiesa, è il simbolo di una fede che non vacilla, nemmeno di fronte alla morte. Non solo perdonò coloro che lo stavano lapidando, ma divenne, con il suo esempio, una luce per colui che lo stava perseguitando, Saulo, che sarebbe divenuto Paolo, l’apostolo delle genti. “In punto di morte, pieno di Spirito Santo, Stefano fissò gli occhi verso il cielo e vide la gloria di Dio e Gesù che stava alla destra di Dio” (Atti 7:55-56). In quel momento di estrema sofferenza, Stefano non guardava più alla morte, ma alla vita che lo attendeva, una vita eterna con Dio: senza sofferenza, senza malattie, senza persecuzioni, senza morte.
Oggi Dio ci dà l’onore di intercedere per quei 380 milioni di figli e figlie che Egli conosce personalmente, e la grazia di seguire l’esempio e la testimonianza di coloro che, ripieni di Spirito Santo come Stefano, nei momenti di maggiore sofferenza e prova, non hanno mai smesso di fissare il loro sguardo al cielo e di credere nel compimento delle promesse di Dio. Fino alla fine.
*I seguenti numeri fanno riferimento alla WWList 2025 (https://www.porteaperteitalia.org/wp-content/uploads/WWList_2025_di_Porte_Aperte.pdf) che prende in esame il periodo: 1° ottobre 2023 – 30 settembre 2024