In 2 Re 13:14-21 siamo davanti al momento in cui Ioas, allora re d’Israele, va a far visita al profeta Eliseo che aveva contratto una malattia che lo avrebbe condotto alla morte. Ioas vide cadere le sue certezze per affrontare la guerra che di lí a poco avrebbe combattuto, perché sperava nell’aiuto del profeta. Proprio quando vengono a mancare le nostre certezze allora dovremmo crescere spiritualmente e imparare ad esercitare la nostra fede. Dio, tramite il profeta Eliseo, dà delle direttive al re Ioas per vincere la guerra, ma queste avrebbero messo alla prova anche la sua fede. Tra le altre, il profeta invita Ioas a “percuotere il suolo”. Quest’ultima espressione deriva da un termine ebraico che più letteralmente tradotto renderebbe come “battere la terra”. Pensiamo a quando i bambini desiderano davvero qualcosa e battono i piedi per terra, con convinzione per ottenerla. Con questa ‘tenacia’, ma senza capricci, l’invito è quello di battere i piedi per terra per esercitare la nostra fede. Come reagì Ioas davanti a queste prove? Con sfaccettature di “fede” che dobbiamo evitare:
1) Fede instabile: Ioas si fermó dopo soli tre colpi a terra. È parte del carattere di questo re che, anche nel corso della sua vita, non fece mai nulla di che per cambiare la sua condizione pur conoscendo la potenza di Dio tramite Eliseo. Si affida a Dio solo nei momenti di difficoltà e di disperazione. Ha una fede che serve per ottenere qualcosa, non per trasformare la sua vita.
2) Fede sentimentalista: Ioas nella
sua vita scelse di seguire Geroboamo anziché Eliseo, facendo ciò che a Dio non piace. Ma poi, quando Eliseo si ammalò e stava per andarsene, allora Ioas pianse. Mosso dalle emozioni del momento si avvicinò ad Eliseo. La fede, invece, crede nei miracoli al di lá delle circostanze siano pure queste negative.
3) Fede che ha sempre bisogno di essere accompagnata: Eliseo dovette appoggiare le sue mani sul re, incapace di credere da solo. Così è come per chi conosce o realizza Dio nella propria vita, ma non vive mai una crescita spirituale vera e profonda e ha sempre necessità di essere seguito e incoraggiato per procedere.
Signore insegnaci a battere i piedi, insegnaci a credere in Te con una fede autentica, una fede che crede nell’incredibile, senza capricci, senza disperazione nè sentimentalismi; una fede ferma che punta i piedi e non si smuove anche quando le cose non vanno come noi vogliamo. Una fede come quella di Eliseo che pareva avesse pienamente accettato la volontà di Dio, compresa quella malattia che lo avrebbe portato alla morte, e che nel frattempo serviva il Signore per aiutare Ioas. Fede non è credere che Dio farà tutto quello che vogliamo, ma credere che tutto ciò che Lui farà è il meglio per noi.