“Getta l’oro nella polvere,
l’oro di Ofir tra i ciottoli del fiume,
e l’Onnipotente sarà il tuo oro,
egli ti sarà come l’argento acquistato con fatica” (Giobbe 22:24-26)
La psicologia ritiene che l’uomo cerchi costantemente di organizzare la realtà intorno a sè, di ordinarla, definirla ed etichettarla per garantire delle certezze e per definire dei punti fermi in una realtà liquida e in continua evoluzione quale la società contemporanea.
Quante volte anche noi come credenti abbiamo riempito il nostro cuore di progetti, schemi, idee, impeccabili da un punto di vista umano, ma mancanti dell’approvazione da parte di Dio?
Nei versetti oggetto della nostra riflessione, Elifaz si rivolge a Giobbe invitandolo a ravvedersi, esortandolo a rivedere le sue priorità, gettando il proprio oro, dunque i propri disegni, desideri e priorità nella polvere, affinché Dio, l’Onnipotente, potesse divenire il suo oro, il suo “argento acquistato con fatica”. Elifaz esorta Giobbe a trovare in Dio il suo tutto, la sua priorità, e per quanto abbandonare le proprie certezze possa costargli fatica, non è sicuramente paragonabile al beneficio che ne avrebbe ricevuto: avere l’Onnipotente alla guida della propria vita.
Sia questo anche il nostro proposito, lasciare a Dio il controllo totale della nostra vita, dare a Lui la priorità su ogni altra cosa, affinché Egli possa essere l’autore delle pagine della nostra esistenza.