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Sono nato a Milano il 23 aprile 1977 da una famiglia che si era da poco convertita all’Evangelo. Da piccolino ho frequentato la chiesa di Milano condotta, allora, dal fratello Germano Giuliani, un uomo di Dio. All’età di 5 anni io e i miei genitori ci siamo trasferiti in Abruzzo dove abbiamo frequentato la chiesa di Pescara. Sin da piccolo il Signore ha parlato al mio cuore salvandomi all’età di 8 anni e battezzandomi di Spirito Santo a 9 anni. Il 17 dicembre 1989 ho testimoniato della mia fede in Cristo Gesù il Signore tramite il battesimo in acqua per immersione. Ad alcuni potrebbe sembrare un’esperienza “prematura”, ma personalmente ho realizzato che la Grazia di Dio non esclude nessuno, nemmeno i bambini.
Sempre all’età di 9 anni circa, tornando da un culto infrasettimanale, mi sono inginocchiato davanti al mio letto dalla copertina gialla e mentre pregavo e leggevo la Parola di Dio, il Signore, tramite la Scrittura, mi chiamò al ministerio. Al tempo non capivo pienamente che cosa fosse avvenuto e che cosa significasse servire il Signore, ma quel giorno il Signore mi chiamò. Con il passare del tempo e grazie all’incoraggiamento del fratello Mosè Ciccone, allora conduttore della comunità di Pescara, incominciai a servire il Signore, rispondendo al bisogno che c’era attorno a me (Giovanni 2:1-11). Collaborai nel servizio mixer, nella scuola domenicale, tra i giovani, nell’opera di evangelizzazione tramite trasmissioni televisive e nella cura della nascente comunità di Sulmona (Aq).
Nel frattempo conobbi, nella chiesa di Pescara, Stefania Ciccone, anche lei salvata e ripiena di Spirito Santo. Dopo aver pregato il Signore per circa 8 mesi decidemmo di fidanzarci e dal 12 ottobre 2002 Stefania è diventata mia moglie, la mia amica più sincera e un’instancabile collaboratrice nel servizio al Signore.
Nel 1996 partii per il militare dove, dopo alcune settimane, incominciai a soffrire di forti e continui capogiri. Dopo una serie quasi infinita di indagini mediche la diagnosi fu: malattia di Menier.
Passarono circa 6 mesi di malattia, trascorsi per di più a letto, a casa o negli ospedali, ma Dio, contrariamente a quanto preannunciato dai medici, mi guarì completamente donandomi di nuovo la possibilità di essere libero di muovermi, di camminare, di correre e di servirlo. Se non fosse stato per il Signore sarei ancora malato. Ho realizzato che la Grazia di Dio non esclude nessuno, nemmeno i malati.
Mentre Lo servivo nella chiesa locale, Egli mise nel mio cuore il desiderio di frequentare la scuola biblica per approfondire la conoscenza della Parola di Dio. Nel mese di settembre del 1998 per la prima volta varcai la soglia d’entrata dell’Istituto Biblico Italiano. Il primo impatto non fu semplice, ma è stata una delle decisioni migliori che abbia fatto. Passato il primo anno accademico pensavo di tornare a casa per continuare a lavorare nell’agenzia che da alcuni anni mio padre aveva aperto, ma grazie alle parole che il fratello Rito Alfredo Corbo spese con i miei genitori a mia insaputa, fui incoraggiato a frequentare il secondo anno dell’IBI. Fu un anno accademico non semplice perché il Signore, nel mese di Marzo del 1999, chiamò il fratello Corbo alla casa del Padre. Finito l’anno di scuola e tornato a casa, insieme a Stefania, pregai il Signore per comprendere la Sua volontà per la nostra vita e dopo alcune settimane decidemmo che avrei fatto domanda anche per il terzo anno. Da ottobre del 2000 a giugno del 2001 mi ritrovai in Veneto insieme al fratello Specchi e anche quello fu motivo di formazione.
Nell’estate 2001, terminati gli studi, decisi di non fare domanda al Consiglio Generale delle Chiese per entrare nel ministerio, ma di tornare nella mia comunità di appartenenza, a Pescara. Ripresi il lavoro secolare e nel frattempo il Signore mi diede la grazia di collaborare nella comunità locale come consigliere di chiesa, tra i giovani, nell’opera di evangelizzazione anche tramite la televisione e ripresi a curare la comunità di Sulmona (Aq), che dopo un paio di anni divenne chiesa autonoma.
Il 31 dicembre 2004 il Signore arricchì la nostra famiglia di un dono di inestimabile valore con la nascita di Ilaria. La benedizione di Dio si poteva toccare con mano anche dal punto di vista economico, tanto che riuscimmo a comprare la nostra prima casa. L’anno 2005 è stato cruciale per la nostra vita e il nostro ministerio, infatti sentivamo da parte di Dio che il lavoro per Lui in quelle zone volgeva al termine. Non parlammo con nessuno di ciò che il Signore ci stava dicendo, ma serbammo le parole di Dio nel nostro cuore (Luca 2:50b), chiedendoGli di aprirci una porta per servirLo nella Sua volontà. Verso la fine del 2005, mentre ci trovavamo in Belgio per alcune attività spirituali, fui raggiunto da una telefonata da parte di uno dei responsabile della nostra opera che mi chiedeva la disponibilità a trasferirci nella zona di Roma per curare due comunità: Ostia Lido e Civitavecchia. Anche nel passato avevamo avuto proposte ministeriale, che avevamo rifiutato perché non le sentivamo nella volontà di Dio per la nostra vita, ma la telefonata che ci giunse nell’inverno del 2005 era la risposta di Dio alla nostra preghiera. Ho realizzato che la chiamata al ministerio non procede agli uomini, ma dal Signore
(Efesini 4:11).
In poche settimane mia moglie ed io lasciammo le nostre famiglie, le comunità di Pescara e Sulmona (Aq), il lavoro secolare, la nostra nuova casa e partimmo seguendo la volontà di Dio. Non tutti capirono la nostra scelta, ma d’altronde non poteva essere diversamente, il Signore aveva parlato a noi. Il tempo dimostrò che il passo fatto, che inizialmente poteva sembrare una specie di salto nel vuoto, fu guidato dal Signore. Arrivati a Roma, con Ilaria che aveva 1 anno, incominciammo il nostro lavoro per il Signore. La situazione nelle comunità di Ostia e Civitavecchia non era particolarmente osea, ma con l’aiuto del Signore abbiamo visto queste chiese locali rifiorire. Ho realizzato che la Grazia di Dio è capace di curare i cuori feriti e dare nuovo vigore spirituale. Negli “anni romani” abbiamo visto Dio all’opera: rincominciammo l’opera della scuola domenicale e la riunione dei giovani, il Signore salvò diversi credenti, battezzò nello Spirito Santo, chiamò al servizio e, tutti insieme, riuscimmo anche a ristrutturare il locale di culto di Ostia Lido e comprarne uno nuovo a Civitavecchia. Siamo rimasti a Roma circa quattro anni e quando andammo via entrambe le comunità erano piene di fratelli e sorelle che servivano il Signore. Dio è fedele.
Nel mese di dicembre 2008 il Signore incominciò a parlare al mio cuore e mi disse che il nostro lavoroin quella zona volgeva a termine e che a breve saremmo tornati a Pescara per curare la comunità nella quale eravamo cresciuti. Dal punto di vista umano non eravamo molto convinti per una serie di motivi, ultimo dei quali, era il fatto che avevamo appena comprato casa a Roma. Così passarono alcuni mesi nei quali il Signore modellò il nostro cuore e la nostra volontà. Anche questa volta non parlammo con nessuno di ciò che il Signore ci stava dicendo, ma serbammo le parole di Dio nel nostro cuore (Luca 2:50b), chiedendoGli di aprirci una porta per servirLo nella Sua volontà. Nel mese di Marzo del 2009 fui contattato da due fratelli responsabili dell’opera ADI alla quale appartengo, che mi chiesero la disponibilità per andare a curare la chiesa di Pescara. Dopo essermi preso ulteriore tempo per pregare, non per chiedere a Dio la Sua volontà, ma per supplicarLo di darci la forza di ubbidire, ci rendemmo disponibili per quest’altra missione.
Nel mese di settembre 2009, con Stefania al 9 mese di gravidanza, partimmo per Pescara. Il 31 ottobre 2009, pochi giorni prima del trasloco, a Roma, il Signore ci diede la gioia immensa di avere in dono il nostro secondo figlio: Federico David. Ancora una volta dovemmo lasciare persone care al nostro cuore, tra cui mio fratello e la sua famiglia, la nostra nuova casa romana e due comunità che avevano mostrato amore e apprezzamento nei nostri confronti. Avevamo ubbidito alla volontà di Dio, ma c’erano questioni pratiche irrisolte: la casa a Roma e soprattutto il pagamento del mutuo. Mentre noi ci dedicavamo al nuovo lavoro spirituale, il Signore si è preso cura dei nostri affari: in provincia di Pescara incontrammo un costruttore che nel giro di pochi giorni ci diede le chiavi di una casa nuova e meravigliosa senza alcuna garanzia finanziaria e dopo solo un anno vendemmo la casa di Roma in modo assolutamente miracoloso. Non solo questo,ma per tutto il periodo in cui svolgemmo il ministerio a Pescara, Stefania continuò il suo lavoro a tempo indeterminato a Roma, andando in ufficio solo 1 volta a settimana e continuandolo poi da casa, anziché dal lunedì al venerdì, e lo stipendio rimase immutato! Ho imparato che non solo Dio chiama, ma Egli si prende cura dei Suoi servi a 360 gradi.
Il lavoro spirituale a Pescara non è stato semplice. La chiesa aveva avuto delle difficoltà, ma per la Grazia di Dio, in 6 anni di ministerio, tra gioie e lacrime davanti a Dio abbiamo potuto vedere il Signore all’opera: 32 credenti, soprattutto giovani, hanno dato il cuore al Signore, testimoniando la loro fede in Cristo Gesù, diversi sono stati battezzati nello Spirito Santo e tra le altre cose, insieme, abbiamo ristrutturato un locale di culto di circa 600 mq nonostante il periodo di crisi economica. Quando abbiamo lasciato la comunità per servire il Signore altrove, la chiesa era piena di fratelli e sorelle che amavano e servivano il Signore. Dio è fedele. Mentre svolgevamo il ministerio affidatoci dal Signore nelle comunità di Pescara e missioni ad essa collegate, accettammo con gioia l’invito rivoltoci dal fratello Andrew Walker che dal 5 al 7 aprile 2013 ci diede la gioia di visitare le comunità da lui curate: Venezia e Portogruaro. Quella visita rappresentò, di nuovo, un punto di svolta nel nostro ministerio. Da quella visita, il Signore mise nel mio cuore un peso per le chiese di Padova e Vicenza curate dal fratello Vincenzo Specchi che avevo conosciuto nel 2000, al tempo del terzo anno di scuola biblica. La situazione sembrava quasi surreale, infatti mentre lavoravo a Pescara e pregavo per Pescara, nel contempo pregavo e pensavo a Padova e Vicenza. Mentre persisteva questo stato di cose nel mio cuore il Signore mi parlò dicendomi che a Suo tempo ci saremmo spostati in Veneto per servirLo. Non parlammo con nessuno di ciò che il Signore ci stava dicendo, ma serbammo le parole di Dio nel nostro cuore (Luca 2:50b). Dall’11 al 13 luglio del 2014, quasi un anno e mezzo dopo la visita nel Veneto, il fratello Specchi ci invitò per dei culti a Padova e Vicenza. Non avevo mai parlato con il fratello Specchi di ciò che il Signore ci aveva detto, né con lui né con altri, ne eravamo a conoscenza solo mia moglie ed io. Dopo il culto di domenica 13 luglio a Padova, il fratello Specchi ci chiese se eravamo disponibili a trasferirci in Veneto. Il 6 settembre 2015, dopo un altro anno circa, il nostro trasferimento in Veneto per la cura delle comunità di Padova e Vicenza divenne ufficiale. Ancora una volta l’esperienza del distacco e un nuovo inizio. A Pescara abbiamo lasciato familiari, affetti radicati nel tempo, fratelli e sorelle che amiamo profondamente, comunità care al nostro cuore, la nostra meravigliosa casa con vista mare e monti, il mare, la montagna, il cibo locale e tanto altro. Abbiamo imparato, nel corso degli anni, che molti parlano del servizio a Dio, tanti credenti si entusiasmano nell’affrontare il tema del servizio, diversi nati di nuovo hanno delle capacità e talentistraordinari, ma Dio, il Signore, utilizza dei semplici “vasi di terracotta” disponibili a seguirLo nella Sua volontà.
Da settembre del 2015 serviamo il Signore nelle comunità di Padova e Vicenza. La storia, insieme a Gesù, continua. A Dio nostro Signore, tutta la gloria.
Michele Venditti